L’inverno è alle porte e la crisi energetica internazionale provocata dal mostro del secolo, all’anagrafe Vlad Put-in (non so se in Russia c’è un anagrafe, vabbè comunque) ci impone severe restrizioni. Dopo il Coviddí riecco l’incubo Smart working e restrizioni (Coatte).
Da il fatto quotidiano di oggi a firma Patrizia De Rubertis leggo che:
Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia*. “Le previsioni mostrano che gli stoccaggi di gas italiani finiranno già a febbraio e non si può sperare che il prossimo inverno non faccia troppo freddo… (giusto, sicuramente sarà l’inverno più freddo della storia come questa è stata l’estate più calda)… Siamo in guerra e bisogna cominciarea pensare di fare dei sacrifici ”
🙋 Quali sacrifici?
- abbassando i termostati di un grado e riducendo di un’ora al giorno l’accensione e facendo slittare di 15 il periodo di funziona (- 2,7 miliardi di metri cubi di gas)
- abbassare la potenza dei fornelli della cucina
- uso più responsabile degli elettrodomestici e il loro rinnovo con modelli più ecologici (-4 mld m3 all’anno) (e stamo a 7!)
Gli altri 63 miliardi di metri cubi?
Se le buone pratiche non bastano…
- “coinvolgere il settore industriale per quelle imprese che hanno scelto i contratti interrompibili per gas ed energia elettrica” (eh scusi, capo, che tipo di contratto ha lei? Sa, ho due figli a casa…)
- il ritorno dello smart working di massa per ridurre consumi nei trasporti e negli uffici potrebbe essere attivato (taaac! 😂)
fabbod
*dal loro sito: La MISSION di NE Nomisma Energia è fornire le migliori soluzioni ai problemi legati ai settori dell’Energia e dell’Ambiente attraverso lo studio continuo della realtà e l’impegno costante nello sviluppo della risorsa che riteniamo essere la più importante al mondo: il pensiero umano.