USA 🇺🇸 vs Russia 🇷🇺, atto secondo 🥈
Oserei dire Operazione Barbarossa 2.0
Per la rubrica contro l’analfabetismo funzionale oggi riporto il pezzo di Frau Barbara Spinelli, uscito su Il Fatto Quotidiano 18/9/22.
Nel Paese con più storia del mondo in pochi oggi sanno cosa sia un Uroboro, chi è Nietzsche né tantomeno che cosa sia il suo eterno ritorno. La storia è ormai materia per rachitici occhialuti che non hanno “power up”, non sanno giocare a paddel ed ignorano il senso comune della parola workout.
L’unica storia che interessa è quella “scientifica”, la storia dello sviluppo della comunicazione di massa. Cioè il capolavoro della propaganda USA 🇺🇸. Dal We Want you ai Social, passando per junk food (siamo quel che mangiamo), Cinema e TV 🗑.
Così dopo 70 anni di lavaggio del cervello 🧠 a stelle e strisce siamo oggi un popolo che non sa neanche più comprendere la differenza tra tirare e spingere.
Veniamo dunque a Barbara. Lei la storia non la dimentica. Probabilmente anche lei ha fatto tesoro di una massima di Edoardo Galeano:
“da ciò che fu, ciò che sarà”
Buona lettura
📍 L’amico americano e l’anticristo
[commenti fabbod]
Enrico Letta è stato il primo a evocare le elezioni dell ’aprile 1948… a paragonarle con il voto del 25 settembre prossimo…
[e allora si, ca**o! Un pò di storia]
Iniziò allora [nel 48] l’uso dei cartelloni elettorali, e il fronte composto da comunisti e socialisti venne ritratto con immagini agghiaccianti: per esempio, un enorme scheletro in uniforme dell’Armata Rossa. Stalin era alle porte: finanziava i comunisti di Togliatti e i socialisti di Nenni, avrebbe calpestato anche da noi ogni libertà. Padre Lombardi tuonava, in nome di Pio XII: “Nell ’ora grave che volge, e dinanzi ai prossimi eventi ancora più gravi, il Papa ha lanciato una formula:
‘Con Cristo o contro Cristo’; non c’è che una scelta da fare ed è una scelta religiosa […]. Guai a chi non si pronunzia con Cristo, egli è contro Cristo, e Cristo lo atterrerà”.
[quale la differenza tra i social e la religione?]
[l’alleato atlantico] promesse forniture di alimentari e medicinali per 300 milioni di dollari se la DC avesse prevalso, mentre in caso di vittoria social-comunista i nostri emigranti non sarebbero più stati accolti negli Stati Uniti e l’Italia sarebbe stata esclusa dal Piano Marshall (l’equivalente del PNRR).
Poco prima del ’48 ci fu la strage di Portella della Ginestra, il 1° maggio 1947 (11 morti). Responsabile ufficiale: Salvatore Giuliano, il bandito. Responsabili non ufficiali, rivelati quando la CIA desecretò gli atti relativi all’eccidio: i servizi dell’Office of Strategic Services (OSS), il servizio segreto Usa comandato in Italia dal capitano Angleton, che agì in combutta con la Decima Mas, sbirri fascisti e Giuliano.
[la storia è ciclica, l’eterno ritorno, tutto si ripete. Ecco perché viene cancellata con tanta dovizia. La storia a che ca**o serve? Mi chiedevo da adolescente…Così siamo tornati al 48, in versione politicamente corretta però]
… in questi giorni: l’allarme emergenziale lanciato nei grandi giornali, nei partiti di centro, nel Pd, sulle ingerenze russe nella campagna; le accuse di finanziamenti di Putin a destre ed estreme destre; e per l’ennesima volta, i rapporti dei servizi Usa sui politici di vari paesi che dal 2014 riceverebbero soldi dal Cremlino… [ancor prima] la vittoria di Trump, il referendum sul Brexit del 2016, le presidenziali e legislative francesi del 2017 e 2022... [i “pupazzi prezzolati” di King 👑 Draghi hai dimenticato, Barbara!]…
[Con l’espansione della NATO a est, i movimenti colorati a Tbilisi, e Put-in] si è riaccesa la guerra fredda…. . Da allora europeismo e atlantismo hanno smesso di essere distinti, com’erano ai tempi di Brandt, Genscher o Kohl.
… dal “Siamo accanto all’Ucraina ”a un più istintivo, truce: “Siamo in guerra” [e] se siamo in guerra, quella statunitense non è intrusione ma legittima intercessione alleata.
Per la verità non lo sapevamo che eravamo “in guerra”, non l’ha dichiarata nessuno, eppure tutti lì a dire – nei giornali, in Tv – che l’ingerenza russa è la tappa di una guerra anche nostra. E lo si dice con orgoglio, da quando Kiev ha riconquistato città e territori.
Il giorno che Putin dovesse passare dall ’Operazione Militare Speciale alla mobilitazione generale e dunque alla guerra vera a propria – su spinta dei falchi che ne criticano la mollezza, dell’Unione Europea in gran parte appiattita su Washington, di Biden che vuole una resa dei conti che sganci definitivamente l’Europa dalla Russia (70 miliardi di dollari in armi consegnate a Kiev in 6 mesi: e c’è chi nega la guerra per procura), capiremo che quest’ingranaggio è infernale più per gli europei che per gli Usa.
“Preferiamo la pace o i condizionatori d’aria accesi?” ci chiese Draghi il 7 aprile. La risposta l’abbiamo. Spegneremo climatizzatori e termosifoni, e di pace e diplomazia non si parla più.