📍 Pegasus, Cristal e Andromeda. I cavalieri dello zodiaco nell’era della repressione digitale

Contro l’analfabetismo funzionale. In questa rubrica mi pongo l’obiettivo di sintetizzare e rendere di più semplice comprensione articoli, a mio avviso, di massima importanza per la Libertà. Risvegliare la Gnente ipnopedizzata.

Oggi vi riporto l’articolo L’era della repressione digitale di Marco Boscolo uscito sul numero di agosto 22 di Le Scienze.

🙋 Perché questo articolo?

Non tanto per la descrizione delle tecnologie di sorveglianza digitale, per quello bastava leggere Focault con il suo panottico digitale, quanto per il retrogusto di desueto a queste associate.
Nel leggere questo articolo infatti ho avuto la sensazione di assistere alla descrizione di un vecchio modello (panottico digitale a scopi repressivi) che abdica in favore di nuove scoperte, o meglio, nuovi usi delle medesime tecnologie di sorveglianza.

Più dolci, più efficaci.

Fitter, happier, more productive cantavano I Radiohead nel lontano 1997.


Sintesi e [commenti] fabbod

🙋 Ve ricordate Kashoggi?

(Wikipedia) è stato uno scrittore e giornalista saudita[3], precedentemente caporedattore di “Al-Arab News Channel”.[4] Era inoltre redattore presso il quotidiano saudita al-Waṭan (La patria), trasformandolo in piattaforma per sauditi progressisti…. lasciò l’Arabia Saudita nel settembre 2017 e andò in esilio autoimposto.

Il 2 ottobre 2018, Khashoggi entrò nel consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul per ottenere documenti relativi al suo matrimonio; non lasciò mai l’edificio e fu successivamente dichiarato persona scomparsa.[7] Anonime fonti della polizia turca hanno affermato che sia stato ucciso e squartato all’interno del consolato.

Il 16 novembre 2018 la CIA (Central Intelligence Agency) ha concluso che Mohammad bin Salman è stato il mandante dell’omicidio di Khashoggi.

🙋 Vabbè, e quindi?

Al centro di tutta la vicenda c’è un programma informatico, Pegasus, prodotto da una società con sede in Israele 🇮🇱 , NSO Group, che ha permesso a chi voleva uccidere Khashoggi di monitorarne gli spostamenti, leggere le sue e-mail e i suoi messaggi privati, addirittura attivare la telecamera e l’audio del suo cellulare (e di quello della ragazza) per carpire altre informazioni.

L’azienda produttrice, NSO, ha sempre dichiarato che Pegasus è un prodotto venduto ai propri clienti, principalmente governi, come strumento da impiegare nelle operazioni di antiterrorismo e di prevenzione del crimine...

🙋 Vabbè governi barbari, in Europa non succedono ste cose. No, no.

[Europa, Spagna 🇪🇸, primavera 2022] Catalan Gate… Secondo un primo rapporto proprio del Citizen Lab pubblicato lo scorso 18 aprile, le comunicazioni di alcuni membri del governo catalano e sostenitori dell’indipendentismo sarebbero state monitorate proprio con Pegasus e un altro software simile noto come Candiru….

ci sono forti prove circostanziali che «suggeriscono un nesso con le autorità spagnole» [sottolineo: autorità spagnole]. In pratica, un gruppo di sostenitori della causa indipendentista della Catalogna è stato spiato da ambienti vicini al governo di Madrid. Già due anni prima, secondo quanto emerso da un’inchiesta di due testate giornalistiche, «El País» in Spagna e «The Guardian» nel Regno Unito, i telefoni cellulari del presidente del Parlamento regionale della Catalogna, Roger Torrent, e di due esponenti di spicco del movimento indipendentista, Anna Gabriel e Jordi Domingo, erano in una lista di 1400 utenti WhatsApp infettati da Pegasus. A complicare lo scenario spagnolo, a inizio maggio 2022 con una conferenza stampa il governo di quel paese annuncia che i cellulari del presidente del governo Pedro Sanchez e della ministra della difesa Margarita Robles sono stati infettati da Pegasus durante la primavera dell’anno precedente.

📙 Così mi hanno detto che finirà il mondo. La corsa agli armamenti cibernetici e il futuro dell’umanità (Il Saggiatore, 2022). Di Nicole Perlroth.

La giornalista del «The New York Times» che per sette anni ha coperto per il quotidiano statunitense la nuova guerra digitale globale. In un’escalation senza precedenti, Perlroth racconta di come sia sempre più difficile tracciare i confini tra le squadre e le fazioni. Succede perché il mercato è talmente redditizio che gli hacker e gli ingegneri informatici di maggior talento, in assenza di un personale scrupolo di coscienza, si offrono di volta in volta al miglior offerente. Perlroth si è occupata soprattutto di armi digitali vere e proprie che sfruttano le falle del codice dei programmi e dei sistemi operativi per procurare danni all’avversario, come bloccare i siti dei servizi governativi o, come è avvenuto in Italia di recente, interferire con i software delle ferrovie con lo scopo di provocare danno economico e caos…

[Non solo Pegasus, ecco gli altri Cavalieri dello Zodiaco politicamente corretti]

[1. Andromeda 🔗. Perché reprimere quando puoi incatenare la Gnente in fiumi di stronzate?]

Recentemente un gruppo di ricerca guidato dalla sociologa dell’Università dell’Arizona a Tucson Jennifer Earl ha pubblicato una revisione sistematica che vuole organizzare per la prima volta quanto sappiamo nel campo della repressione digitale… spiega Earl, i suoi obiettivi

«sono cambiati e i sistemi per canalizzare l’informazione si sono evoluti in modo sostanziale». Oggi si possono scrivere algoritmi in grado di «ascoltare» tutto quello che facciamo on line… censurare non significa per forza impedire che uno scritto o un pensiero circolino. Può voler dire usare tecniche di distrazione di massa che sfruttano anche l’intelligenza artificiale (IA) per nascondere o limitare la circolazione di certi contenuti.

Ne è un esempio perfetto quanto è successo negli ultimi anni in Kazakhstan e analizzato in uno studio da Luca Anceschi, docente di studi eurasiatici all’Università di Glasgow, in Scozia. Il governo dell’ex repubblica sovietica, oggi un regime autoritario, oltre a chiudere i siti che esprimono dissenso si è dotato di un sistema di produzione di contenuti innocui [l’occidente invece no. In occidente abbiamo teatri pieni con gente che fa a cazzotti per vedere Re 👑 Lear di Shakespeare], molto spesso a carattere sportivo [⚽ oppio dei popoli… Correva l’anno….] , che servono per inondare social media e siti web di informazioni irrilevanti per le posizioni politiche del governo. Il risultato è un’enorme operazione di diluizione del dissenso, che si trova annegato in una marea di contenuti inutili che impediscono una circolazione efficace dei pensieri critici [Ipnopedia… Huxley… il mondo Nuovo… 1932…]

[Altro esempio] (un altro studio di) Andrew Leber, della Harvard University, e Alexei Abrahams, del Citizen Lab, in una ricerca pubblicata su «Review of Middle East Studies» nel 2019due ricercatori hanno potuto documentare l’uso di bot, programmi automatici simili a quelli degli assistenti digitali dei nostri smartphone, in grado di produrre contenuti digitali per disperdere le critiche ai governi e far circolare contenuti a loro favore…

[2. Cristal. Nessuno protesta se congeli l’aggregazione]

studio pubblicato nel 2019 sul «Journal of Democracy», l’analista statunitense Steven Feldstein, oggi in forza al thinktank Carnegie Endowment for International Peace di Washington…. il social media più diffuso tra i cittadini cinesi, WeChat, fornisce al governo le mappe di intensità degli spostamenti dei propri utenti. In questo modo, sfruttando quei dati e incrociandoli con le informazioni a disposizione con algoritmi basati sull’intelligenza artificiale, il governo di Pechino è in grado di prevedere in tempo praticamente reale se si sta formando un assembramento in un determinato punto e, quindi, intervenire con le forze dell’ordine per impedire la manifestazione. [ovviamente Google non lo fa.] Dalle analisi svolte da una commissione delle Nazioni Unite che cercava di individuare le responsabilità delle forze militari e degli agenti di sicurezza del Myanmar nel genocidio dei Rohingya del 2017 è emerso che Facebook avrebbe avuto un ruolo determinante nel fornire i dati che hanno permesso di identificare le persone [loro ci tengono alla nostra privacy 🔏]

[3. Felix, la fenice! Quando pensi di essere sfuggito….]

(2019, Hong Kong 🇭🇰)… I manifestanti usano gli ombrelli ☔ eppure non piove… impedire alle telecamere di riprendere i volti e quindi non farsi identificare dai sistemi di riconoscimento facciale installati dal governo cinese.

Il rapporto tra biometria e telecamere di sorveglianza risale perlomeno al 2005, quando il governo cinese ha lanciato il programma Skynet. L’idea era fornire un sistema di sorveglianza continua degli spazi pubblici: strade, scuole, università, edifici pubblici e così via. Secondo le stime, già nel 2017 la rete di telecamere contava 170 milioni di punti di osservazione… Tutte queste telecamere sono collegate in rete tra di loro, fanno cioè parte dell’Internet delle cose, e mandano i propri segnali a un sistema centrale, dove sono analizzati con sistemi basati sull’intelligenza artificiale per il riconoscimento facciale… Ufficialmente, però, Skynet nasceva per garantire la sicurezza degli spazi pubblici, facilitando l’identificazione di chi commette un crimine. [tachipirina e vigile attesa]

🙋 Vabbè governi barbari, in Europa non succedono ste cose. No, no. Pt2

Da un’inchiesta portata avanti da Carrer con altri due colleghi giornalisti è emerso che la città di Como 🇮🇹 nel 2020 ha acquistato e installato 16 telecamere predisposte per il riconoscimento facciale nei pressi dei giardini pubblici di via Francesco Anzani e via Leone Leoni. Il sistema installato a Como permette la visualizzazione in tempo reale di immagini, la funzione di riconoscimento facciale e quella di rilevamento automatico del loitering, cioè del bighellonaggio. A monte della scelta della città, oltre al problema della sicurezza, c’era quello di monitorare i migranti che cercano di arrivare in Svizzera e da lì nei paesi del Nord Europa passando da Como.
[ovviamente non è pertinente il fatto che da quelle parti circoli gente che fa Biden di cognome]

🙋 Vabbè ma te pare che ci spiano 🕵️

in Italia una tecnologia di riconoscimento facciale è impiegata dalla polizia fin dal 2018. Si chiama SARI, ed è prodotto da Parsec 3.26, un’azienda che collabora con l’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti del Consiglio nazionale delle ricerche per lo sviluppo di algoritmi di riconoscimento facciale. Il sistema presenta due moduli diversi. SARI Enterprise permette di confrontare l’immagine di un volto acquisito dalle telecamere con la banca dati già a disposizione della polizia. La versione Real-Time, invece, è in grado di confrontare in tempo reale le immagini riprese in un determinato luogo dalle telecamere e confrontarlo con una lista di persone sotto osservazione che, a quanto risulta dalla documentazione di Hermes Center, è composta da decine di migliaia di soggetti. SARI Enterprise è usato durante le indagini di polizia… [non lo fanno, forse, ma possono farlo sicuramente]

Sono invece 68 i paesi dove sistemi di riconoscimento facciale pubblici sono attivi. Tra di questi c’è la Federazione Russa [e anche Austria, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Slovenia e Paesi Bassi, Francia…e USA 👇]

Ma dormite sereni 🧘‍♂️, andrà tutto bene. Infatti:

Un rapporto della polizia metropolitana del Regno Unito pubblicato nel 2019 rilevava un tasso di errore altissimo: l’81 per cento. Un altro studio, effettuato dal comitato etico di Axion, uno dei principali fornitori di body camera (le telecamere che si indossano) alle forze di polizia statunitensi, ha concluso che «il riconoscimento facciale è una tecnologia non sufficientemente affidabile perché se ne possa giustificare l’impiego da un punto di vista etico»

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