⚠️ articolo in addivenire (cioè ogni tanto ripassa)⚠️
Rovereto, ago25

Ho forzatamente rincorso questa meta da quando mi imbattei, sulla tela estesa del mondo, in un certificato battesimale con il mio insolito cognome, insolitamente non firmato da una cappella capitale, del 1700 circa, ma da una chiesa ivi ubicata.
Rimuginando nel mio Camper, Wilson, e dentro me stesso, sulla strada di ritorno ho compreso che questa meravigliosa città è una buona commistione di queste due anime che lottano per il mondo, che si inseguono, rigettano, impossibilitate a fare meno luna dell’altra. Quando consapevoli trovano pace, quando ignari si fan’ la guerra. Caldo e freddo, nord e sud, bianco e nero, bene e male, Ying e Yang, chip e chop, uomo e donna …
A Rovereto fa freddo perché è a nord del meridione e a sud del settentrione. Se te metti al sole all’epoca del #climatechange fai la crema ma se te sposti sotto ad uno spaccassi stai ‘na crema.
Su Mart fa freddo e nella sala fotografica lo mettono in mostra (⚠️ il freddo stimola il rilascio dei liquidi dei quali in estate si fa incetta dunque meglio un bagno così da godersi meglio la bellissima mostra). Fa freddo soprattutto difronte ai quadri del Kyoch che toglie alla sua anima dalle mani, relegata allo sfondo, la malinconia della calda terra spagnola.
A Rovereto fa anche caldo deperò (👏ai ragni sulle sedie perché chi si ferma non procede ed la paura che ci pizzica il culo) se sai destreggiarti tra le mostre trovi le due anime non troppo distanti come quella luminosa del Cagnaccio che placa il caldo abbeverandosi direttamente dalla fresca fonte e quella cupa e fredda del Kyoch che però mi ha richiamato dall’ingresso.
Ecce Rovereto, la mescolanza al momento ignara delle due correnti. In attesa che venga la sua schiarita e che si tolgano i cartelli entrata/uscita.
Ps: record al museo della guerra ➡️ visitato in 30′ 🎉
