Filosofi e benpensanti a mio avviso commettono un errore tanto frequente quanto colposo: non ricordando nulla prima del logos, del pensiero razionale, ignorano completamente gli effetti della sua assenza.
Il nostro cervello sviluppa un pensiero razionale solo quando ormai l’impalcatura eidetica procede solida sulle sue gambe. Un bastone della ragione su cui questa impara a zoppicare.
Una fase della vita in cui non facciamo altro che ricevere ordini, negazioni e coccole pavloviane.
Il despotismo delle buone maniere odierne, il sopprimente stato di pu(o)lizia totale, potrebbe altro non essere che l’ambiente del nostro evoluzionismo 2.0 atipico: confortevoli immagini di potere. Sorridenti e sempre allegre imposizioni.
Così, che esista un deux ex macchina, o tanti bulletti del cazzo, l’unico strumento di controllo che realmente hanno è la nostra voglia matta di essere direzionati o confortati.
Lo spirito del tempo, o Zeitgeist che dir si voglia, altro non sarebbe che l’immagine di un comando. L’archetipo di ogni controllo: un’abitudine.
Gli unici esseri viventi a ridursi il grado di libertà nel loro percorso filogenetico. Vigliacchi. Lombrichi aerofagi che strisciano in un humus di comfort.
fabbod
