Libertà, stanca e consapevole, verrà:
Se l’uomo fosse un romanzo probabilmente si intitolerebbe Freedom Evolves. La nostra storia, ontologica e filogenetica, non è altro che un lungo e tortuoso percorso lastricato di alti e bassi verso la libertà, o meglio istinto auto deterministico.
Sangue e sudore prima, Carta e inchiostro poi hanno indorato la questione ma nella sua essenza il discorso è uno solo: vogliamo fare il cazzo che ci pare e tutto è conseguenza di ciò. I più saggi poi, consapevoli della pericolosità di tale massima, hanno aggiunto: senza rompere i coglioni agli altri.
Nel tentativo di etichettarmi mi chiedono spesso cosa sono e io rispondo: per lo più un anarchico darwiniano romantico. Di solito non vanno oltre perché si son fermati ad anarchico ( vabbè sei comunista ) tuttavia se chiedessero ulteriori spiegazioni gli direi che anche il capitalismo è libertà, per me. Un feticcio evolutivo, biologicamente parlando, applicato all’economia. A mio avviso l’architettura socio economica attuale non è altro che un frutto immaturo, la logica conseguenza di un istinto nobile ma incontrollato, inconsapevole. La drammaticità della sofferenza prodotta l’eterogenesi dei fini di un meraviglioso sogno libertario; un eros in agonia che ha perso non se stesso ma la sua negazione.
L’individualismo nordamericano non è altro che il frutto di un sistema a propulsione libertaria inefficiente poichè piena di attriti causati dal tentativo di pochi di assoggettare i molti alla loro libertà, e dunque potere: istinto di autoconservazione. Libertà senza la consapevolezza altro non è che la sua negazione, uno yin senza yang, diviene una pietra che rotola, la mera esecuzione di un istinto auto-deterministico, romantico ma banale, adolescenziale, autarchico; nutre ma non soddisfa.
Si stava meglio quando si stava peggio è una cazzata. La libertà evolve e noi stiamo bene. Perlomeno non dobbiamo guardarci le spalle da predatori feroci, tribù nemiche pronte a saccheggiarvi (anche si i media vi stimolano costantemente questo percorso cognitivo) e se abbiamo fame apriamo il frigo e almeno uno yogurt scaduto lo troviamo.
Gli USA con la loro solitaria statua della libertà hanno senz’altro alzato il livello medio internazionale di benessere, e lo hanno fatto in nome della libertà ma della sua forma primordiale; quella istintiva, onnipotente auto-deterministica, individuale ed egoistica, una libertà maleducata.
Convinti di esportare la democrazia, libertà della maggioranza, hanno conquistato il mondo e omologato questo alla loro deprecabile morale dell’ognuno fa come cazzo gli pare che è si libertà ma primordiale, onnipotente, individuale e dunque tannica. La libertà del soggetto di gestire il proprio oggetto nel senso di privarlo dal controllo dell’altro. Libertà senza consapevolezza è maleducazione che genera frutti amari. Nel tutto si riverbera tale maleducazione come forma di controllo, di potere, di imposizione dell’io nell’altro dall’alto; è una pretesa di esistenza.
Tuttavia questa società non esclude l’altra. La società odierna può maturarsi e lo farà. L’istinto libertario raggiungerà la sua forma finale; perderà la sua onnipotenza, accetterà i suoi limiti e smetterà di accrescersi. Come nell’anziano in cui scema l’energia vitale in cambio della ragion d’essere così nell’odierno sistema nostro la propulsione auto-deterministica adolescenziale lascerà il posto ad una meno potente ma più saporita libertà educata.
Dunque ritengo che il frutto più dolce dell’istinto libertario, l’anarchia, nel sistema capitalistico, non è maturo ma lo sarà.
Verrà una società di liberi uomini liberamente associati quando l’istinto autoconservativo scemando lascerà il campo alla libertà consapevole senza livelli, vecchia, stanca e felice poichè “Tutto nella quiete della stanchezza diventa meraviglioso”.
Fabbod, 21/6/2020