Non andare fuori tema !

Non andare fuori tema !

Per realizzare questa tesi ho letto quasi tutto ciò che è stato tradotto di Noam Chomsky e anche qualcosa che non è stato tradotto. Ma prima avevo letto quasi tutto quello che mi capitava tra le mani, sostenuto svariati esami, vissuto una vita al pari di tutti gli altri e corso infinitamente appresso ad un pallone. La Prof mi ha sempre redarguito di non uscire dal seminato,  rimanere nel tema era ed è l’obiettivo; il pensiero politico di Chomsky ci interessa, non il tuo. Del tuo non fottesega a nessuno. 

Citare è bene non citare è male perchè se non sei qualificato quello che dici non interessa. Ordine e disciplina ragazzo qui non c’è tempo per stare a sentire tutti. Maledetti templari, pensavo di averli sconfitti in Assassin’s Creed.

Sta cosa del fuoritema è una costante nella mia vita. Una cosa simile me la dicevano spesso anche Le maestre fin dalla elementari: “ Fabrizio non andare fuori tema ! “ e sostenendo gli esami per l’accademia della marina militare ho passato le prove di logica, matematica e fisica per poi uscire al tema, bah ! Sarò andato fuori tema.  Ma se avete avuto il coraggio di aver letto la mia opera probabilmente avrete intuito due cose: in primis che non ho avuto il tempo di finirla ed in seconda istanza ( perché nessuno dice secundis ) avrete scorto la mia innata predisposizione a perdermi nello scibile umano sintetizzabile in logorrea. 

Mi succede spesso anche quando spreco la mia intelligenza parlando di calcio; parto dalla posizione troppo alta degli esterni offensivi e mi ritrovo a discutere poi di politica o fisica quantistica, al punto che il mio interlocutore si ritrova spiazzato. Sapete com’è dai palloni che rimbalzano alle particelle che si scontrano è un attimo 🙂 Ma se siete anche voi gli ultimi dei romantici e ritenete che le audi devono avere il cambio manuale o aspettate che tutti siedano a tavola prima di mangiare allora è inevitabile che vedrete tra i piedi di Ronaldinho il principio di indeterminazione di Heisenberg.  

Mi capita spesso di sentire che il mio parcheggiatore è più colto del mio insegnante. Per me non c’è cosa più bella e penso che se mai un giorno Chomsky sentirà parlare di me allora mi abbraccerà forte perchè io lo adoro quando va fuori tema. Quando leggi tutto di una persona hai la sensazione di conoscerla anche senza averla mai incontrata; un po’ come allo stadio. Lo so che sarebbe d’accordo con me, sono sicurissimo che mi direbbe vai ragazzo, fregatene del tema e vai fuori tema. Dissemina qui e là per questa tesi il tuo meme egoista; sii spugna e torna per condividere quello che hai scoperto. Alla fine sei sempre un post adolescente. 

Che poi io non lo faccio apposta. Mi viene naturale, quando torno negli spogliatoi dopo una partita mi ritrovo spesso a spiegare la struttura e la sovrastruttura al mio compagno di reparto difensivo per fargli capire che se non costruiamo bene la linea difensiva poi rischiamo che l’attacco non concretizzi. Son fatto così, per me l’ignoranza è come il buio, accendi la luce e paaf non c’è più. In definitiva sono un egoista. Eh già… voglio sempre dire la mia, odio gli ignavi e lotto fino alla fine affinchè questi memi prevalgano. Ma che posso fare ? L’istinto di resilienza lo ho cooptato ma mica posso scomunicarlo.  L’egoismo da sopravvivenza insito in noi che ci portiamo dietro da milioni di anni. Uno schietto e volgare compagno di viaggio; di mille avventure. Classico bulletto di periferia, pane al pane, vino al vino. Io parlo di Marx a uno che non legge neanche quello che gli scrivo su whatsapp ( gli devo mandare una nota audio, che poi dicono che so maleducate ); pensa se sa chi è Heisenberg, o se leggerà questa tesi. Però non mi ha mai lasciato solo. Mille battaglie, dai campi di calcio alle strade ostiche. Ha preso i cazzotti per te, hai pianto sulla sua spalla dopo la prima delusione d’amore, lui oggi consegna pacchi e mentre lavora ti manda il video di Mustafà che fa l’elicottero in bagno e sai che una sua nota audio, ne tantomeno un video, vanno mai consumati in pubblico. Soprattutto se sei ad un meeting sulle influenze del pensiero marxista nella società postmoderna. Cos’è quel video ? No niente, team building. 

Che c’entra l’amico di periferia, con l’egoismo ed i mali del mondo. Eccola là, è successo di nuovo, sono andato fuori tema. 

Io in linea con Chomsky ritengo che il capitalismo stia danneggiando il mondo ed inevitabile è il nesso tra il suo modello e la sua massima di fondo di stampo prettamente egoistica ( tutto per me e niente per gli altri ) sia un male ma da qui gli altri  ne concludono che esaltare l’opposto sia la soluzione e se ne vanno nei boschi o inneggiano al mutualismo ( pure io ho letto Thoreau, il mio pastore tedesco si chiamava Thoreau ). Anche io penso che solidarietà ed altruismo siano l’inevitabile cura a questo male ma Thoreau tornò dal bosco perché realizzò che anche davanti la sua casa si era tracciato un sentiero; purtroppo da sole non bastano, bisogna avere il coraggio di dire la propria, di schierarsi, la fame per andare fuori tema perchè solo uscendo dal seminato, andando fuori tema si fanno scoperte che possono rimettere in discussione confini invalicabile e dogmi sedimentati. 

Dire che l’egoismo è male non significa escluderlo dal dibattito perchè non sempre il fuoco si estingue con l’acqua. Pretendere di combattere il male solo con il bene è eufemisticamente utopico. L’egoismo ha generato lo scibile, tenerlo fuori dal dibattito è sterile. Inutile far finta di non conoscerlo perchè parla a voce alta o dice le parolacce, il suo contributo po’ esse piuma e po esse fero, dipende dal contesto. Il male non esiste così come il bene.  L’egoismo è il nostro amico contadino, scarpe larghe e cervello fino,  ci ha permesso di evolverci da lombrichi ad odierni uomini sapienti ed estraniarlo dal contesto sarebbe pericoloso, faremmo la fine delle formiche intrappolate in giorni tutti uguali. 

Parimenti ritengo che una società orientata all’essere umano debba celebrare la commistione e coesistenza di individui che non si mescolano ma imparano a convivere generando nel suo interno divergenze di visioni, cellule eucariotiche divise da membrane che condividono tutti i pasti quotidianamente. Basta stigmatizzare cazzotti e parolacce, servono anche loro per innescare i flussi di sapere sul quale la rete “memelettrica” della nostra società si basa. Senza scambio di idee e vaffanc*** siamo morti, senza difese il pensiero egoistico ed indipendente si estingue e con lui anche il gioco è finito. Anche perchè con il 4-4-2  vincevamo i mondiali e mo manco se qualificamo. Combattere il capitalismo dunque per me non significa uccidere l’egoismo ma riprendere il timone di quella nave che è la nostra società per riportarla in linea con la rotta originaria e cioè la garanzia di una vita degna per tutti a prescindere; piena di ozio e di avventure da raccontare quando torni a casa. Tu hai il pane io porto il vino, esce fuori sempre una bella cena. Magari chiama pure Nino che porta il salame. 

Una società che tuteli l’egoismo “sano” quello che ci impedisce di nebulizzarci tra le vite degli altri deve essere un obiettivo reale e concreto di una progetto anarco-darwiniano come quello proposto da Chomsky.

Poi se so andato fuori tema pazienza, sono andato anche con lo zoppo ho imparato a zoppiccà ma anche a distinguere la luce delle stelle da quella delle lampare. 

Fabrizio Bodò, conclusioni tesi di Laurea 2018: la visione Anarchica di Noam Chomsky

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